L’oro giallo del Sannio da La Repubblica.it

UNA VENDEMMIA non particolarmente ricca di quantità, ma dalla qualità eccellente quella 2017 de La Guardiense, una delle più grandi cooperative agricole italiane, fondata nel 1960 da 33 soci e che oggi ne conta mille. Agricoltori che coltivano più di 1.500 ettari di vigneto in collina, dando vita ad una produzione annua di circa 200.000 quintali di uve. “Siamo orgogliosi – spiega il Presidente Domizio Pigna – dei prestigiosi riconoscimenti conferiti ai nostri vini, che si stanno sempre più affermando sui mercati esteri, grazie all’attenzione che, con la nostra equipe di enologi guidata da Riccardo Cotarella, segue tutto il processo di produzione, dalla vigna alla cantina”. Lo stabilimento di Guardia Sanframondi possiede uno tra i più importanti impianti di spumantizzazione del Mezzogiorno. Presidente, i vini de La Guardiense sono contraddistinti, in particolare dall’eccellente rapporto tra qualità e prezzo: come raggiungete questo obiettivo?

Dedichiamo attenzione costante a tutto il ciclo, dalla vigna, fino alla cantina. In azienda possiamo contare su grandi competenze, a iniziare da Riccardo Cotarella ai suoi collaboratori ai nostri tecnici che si dedicano agli interventi in campo, dalla potatura alle eventuali concimazioni, alla difesa, alla gestione del verde, ai diradamenti, alle varie epoche di raccolta e di lavorazione. Questo lavoro viene fatto su tutti i 1500 ettari dei mille soci. La lavorazione, poi, viene seguita in maniera molto scrupolosa, con la possibilità di avere basi di grandissima qualità.

Utilizzate solo uve locali?

I conferimenti sono totalmente dei soci che, a loro volta, devono conferire a La Guardiense tutto ciò che producono. C’è un controllo di qualità che deve seguire le nostre indicazioni sulle epoche di raccolta e le priorità dei prodotti che ci servono, per consentire una lavorazione con maturazioni ideali e quantitativo giusto giornaliero. Per noi la vendemmia dura da agosto a ottobre.

Quali sono i vini di cui lei va più orgoglioso?

Senz’altro tutti, che vengono seguiti con la stessa cura. Partucolari soddisfazioni ci da la sperimentazione sullo spumante di Falanghina, che produciamo nel nostro impianto in azienda: il Quid sta crescendo in maniera consistente sui mercati nazionali e all’estero si sta affermando, in particolare, in Giappone dove è particolarmente richiesto. Poi ci sono i riconoscimenti: tra i più il Gambero Rosso e Bibenda 2017 per la Falanghina Senete Janare, che ha uno straordinario rapporto qualità/prezzo. Ma questo vale anche pe i nostri rossi, come l’Aglianico Lucchero. Poi ci sono I Mille, dedicati ai nostri soci e prodotti con un’attenta selezione in 4-5mila bottiglie. Dopo I Mille per l’Aglianico e I Mille per La Falanghina speriamo ne I Mille per il Greco e I Mille per il Fiano.

I vostri bianchi si prestano all’invecchiamento?

I bianchi del nostro territorio in particolare, ovvero Falanghina, Greco e Fiano, hanno la possibilità di durare negli anni. E’ un modo diverso di ragionare da come era percepito in Italia il vino bianco, vino di annata. Invece con questi vini strutturati riusciamo ad avere dei prodotti eccezionali anche nel corso degli anni. Quali sono le strategie commerciali attuate da La Guardinese?

Siamo molto attenti ai canali per la presentazione dei vini: quello più importante, particolarmente, all’estero è la ristorazione. Anche se su molti mercati facciamo grande distribuzione, teniamo molto al discorso HoReCa in Gran Bretagna, Germania, Olanda e Belgio, e speriamo che nei prossimi anni possiamo crescere in Russia e sui nuovi mercati. Pensiamo di incrementare la nostra presenza in Cina e stiamo facendo un buon lavoro di penetrazione su Stati Uniti e Canada. A tal fine le fiere di settore sono strategiche: Vinitaly, come ProWien in Germania e le manifestazioni organizzate dall’ICE in Canada e dal Gambero Rosso nel mondo, ci danno l’opportunità straordinaria di curare i nostri rapporti con l’estero. Quali sono i suggerimenti de La Guardiense per lo sviluppo del settore vitivinicolo?

Dobbiamo imparare a fare rete sul territorio con le aziende. Nel Sannio, ad esempio, abbiamo un Consorzio di tutela molto efficiente. La possibilità di creare sinergie ci consente di cogliere le opportunità offerte dal PSR e di programmare gli interventi. In tal senso è determinante il ruolo della Regione con le misure specifi che che ha messo in campo per far crescere i vari settori.

Domizio Pigna, Presidente de La Guardiense, davanti al mulales dei soci fondatori nello stabilimento di Guardia Sanframondi

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/10/20/loro-giallo-del-sannioNapoli29.html?ref=search