La Cooperativa Agricola La Guardiense di Guardia Sanframondi sicuramente ha raggiunto un nuovo importante traguardo con le degustazioni tenutesi all’Hotel Rome Cavalieri il 13 ottobre. Protagonista di questo evento, oraganizzato dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier) la linea Janare che racchiude nelle sue sei etichette (falanghina Senete, fiano Colle di Tilio, greco Pietralata, piedirosso Cantone, aglianico Lucchero, aglianico riserva 2006 Cantari) il meglio della produzione di questa azienda. Infatti a monte c’è un’attenta selezione dei vigneti: solo 20 ettari vengono destinati a tale produzione sui circa duemila vitati che fanno de La Guardiense una tra le realtà più grandi nel mezzogiorno d’Italia e la prima in Campania.
Ricca di storia e tradizione a cominciare dai nomi che richiamano varie zone di Guardia Sanframondi e dei comuni vicini, questa linea deve la sua eccellenza anche al prezioso contributo dell’enologo conosciuto non solo in Italia ma anche all’estero Riccardo Cotarella e del suo staff, rappresentato all’interno dell’azienda dall’enologo Marco Giulioli. Tale collaborazione cominciata già alcuni anni fa, ha dato nuovo slancio all’azienda, facendola così conoscere ad una nuova tipologia di consumatori.
A presentare le sei etichette della linea Janare (Senete, Colle di Tilio, Pietralata, Cantone Lucchero, Cantari), oltre al dott. Riccardo Cotarella e Marco Giulioli, il sommelier e giornalista enogastronomico Daniele Maestri, il presidente della cooperativa dott. Domizio Pigna e la dott.ssa Concetta Pigna membro di giunta dell’azienda.
Le degustazioni si sono aperte con un immaginario excursus nei luoghi che ospitano questa azienda: Guardia Sanframondi e tutto il Sannio beneventano. Come un esperto conoscitore di queste zone, Daniele Maestri ha dato spazio ad elementi legati alla cultura, alla storia, alle tradizioni che caratterizzano questi territori e che inevitabilmente confluiscono nei vini prodotti da La Guardiense. Così come sottolineato dal dott. Cotarella il quale ritiene che non sono i vini a caratterizzare il territorio, bensì il territorio a rendere unico un vino, è stato di estremo interesse porre l’accento sulle molteplici sfaccettature di queste terre che accolgono e nutrono i vigneti dei tanti soci di questa azienda.
Uno dopo l’altra si sono susseguite le varie etichette a cominciare dai bianchi: la falanghina Senete, vitigno autoctono per eccellenza; il fiano Colle di Tilio, definito ruffiano dal dott. Cotarella per la sua minore spinta alcolica ma particolarmente suadente; il greco Pietralata dai profumi stratificati e con un gusto quasi esotico.
Ampio spazio è stato dato poi al piedirosso Cantone, ultima “creazione” dell’azienda che rappresenta una sorta di sperimentazione; un vino estremamente particolare per il suo gusto e per la sua pigmentazione cromatica, prodotto in pochissimi pezzi e dunque non ancora pronto ad un’ampia commercializzazione, ma sicuramente ad oggi, già rappresenta una carta vincente su cui puntare nell’immediato futuro.
A finire l’aglianico Lucchero con i sui tannini grintosi ma levigati e l’aglianico riserva del 2006 Cantari, che grazie ad una lunga maturazione in rovere grande, rivela un gusto estremamente armonizzato.
Durante la presentazione di questi vini c’è stato spazio anche per esporre tecniche di coltivazione, interventi da parte dei presenti, riflessioni sui cambiamenti del mercato, che punta sempre più su prodotti tipici, legati al territorio e ricchi di storia. In accordo con questo trend, il dott. Cotarella ha voluto sottolineare con forza l’opportunità per La Guardiense di puntare su vitigni autoctoni, quali Falanghina e Aglianico, parlando anche del prossimo obiettivo che lui, insieme con l’azienda si sono posti: la creazione di uno spumante metodo classico di falanghina.
Entrambe le degustazioni si sono concluse con un intervento della dott.ssa Pigna che ha voluto ricordare le donne del Sannio che per il loro carattere forte e indomito venivano spesso definite streghe, Janare, proprio come il nome di questa prestigiosa linea di vini.